Favole periodiche by Hugh Aldersey-Williams

Favole periodiche by Hugh Aldersey-Williams

autore:Hugh Aldersey-Williams [Aldersey-Williams, Hugh]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Science, General, Chemistry
ISBN: 9788817048583
Google: V5iBZL4cc2gC
editore: Rizzoli
pubblicato: 2011-03-15T07:00:24+00:00


Si dice che lo stagno pianga quando un suo bastoncino viene rotto o piegato, cosa che Primo Levi annovera fra le ragioni per cui questo metallo va considerato come un elemento amico, anche se non sembra affatto convinto della verità di queste «proprietà uniche, dai nomi pittoreschi e poco credibili, mai viste né udite (che io sappia) da occhio od orecchio umano».80

L’ignoranza e la mancanza di curiosità mostrate da Levi intorno a questo punto sono un mistero. Avevo già avuto modo di sentire questo pianto e l’ho ascoltato di nuovo durante il seminario di Martin Conreen sui materiali, mentre torturavo il mio pezzo di stagno: un lungo scricchiolio accompagnato da un alto stridore, come l’apertura di una porta in un film horror, che si ode quando i cristalli del metallo vengono spezzati. Questo fenomeno, di fatto, non riguarda soltanto lo stagno, ma può essere prodotto sottoponendo a determinate sollecitazioni qualunque metallo friabile.

La sonorità dello stagno è comunque qualcosa di speciale. Persino il suo stesso nome (inglese) risuona: tinnnnn. E non è un semplice caso. Trattandosi del metallo più usato per fabbricare gli utensili domestici, lo stagno ha portato la sonorità nella nostra vita quotidiana. Il suono delle campane e dei gong, confinato nelle chiese e nei rituali pubblici, ha trovato un’umile eco domestica nel tintinnare dello stagno nelle case della gente comune; la qualità stessa del metallo veniva misurata in base alla purezza del suo suono. Si tratta di un’onomatopea diffusa: il nome inglese di questo metallo deriva dal vecchio termine tedesco zin (in tedesco è rimasto Zinn, e anche in altre lingue nordiche porta nomi simili). Il termine francese, pur derivando per un’altra via dal latino stannum, ha un suono quasi identico: étain. Tra parentesi, vale la pena di notare che anche il nome «zinc» (zinco) potrebbe a sua volta derivare da zin, cosa forse dovuta alle incertezze della vecchia chimica, quando ancora non si sapeva che zinco e stagno sono due elementi distinti. In un certo senso, tra l’altro, si può parlare di un’onomatopea anche per quanto riguarda il piombo – il «grigio piombo» di Shakespeare –, dato che anche il suo nome, così come il metallo stesso, non risuona (tanto meno nelle lingue scandinave, dove è chiamato lod).

Per studiare i suoni caratteristici prodotti da diversi materiali, Zoe Laughlin, una scienziata dei materiali del King’s College di Londra, ha costruito una serie di diapason identici di vetro, legno e metalli vari e ha registrato il suono da essi emesso quando vengono colpiti, prendendo misurazioni oggettive della tonalità, del timbro, dell’intensità e dell’attenuazione, interpellando un gruppo di musicisti per avere anche una valutazione più soggettiva. È così emerso che i diapason d’acciaio erano quelli che producevano il suono più intenso alla tonalità più alta, il rame e l’ottone avevano un suono più profondo, ma quasi altrettanto intenso. Per ragioni che devono ancora essere analizzate, il tono più intenso di tutti è stato emesso da un diapason d’acciaio placcato d’oro. Purtroppo, un diapason foggiato in una lega per saldature, composta



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